Articoli di Giovanni Papini

1955


in "Schegge":
Scritture da leggere alla rovescia
Pubblicato in: Il nuovo Corriere della Sera, anno LXXX, fasc. 151, p. 3
Data: 26 giugno 1955


pag. 3




   Coloro che scrivono in dispregio della gloria sperano di acquistarsi qualche soldarello di fama. Coloro che scrivono contro la storia hanno la non confessata speranza di figurare nei libri storici dei posteri. Coloro che scrivono contro la religione sono i bigotti di qualche grossolana teologia laica o i fanatici di qualche mito della fantascienza. Quelli che scrivono contro la filosofia hanno la quasi certezza di essere annoverati tra i filosofi. Quelli che scrivono contro la politica sono segretamente speranzosi di avere una qualsiasi parte nel governo della cosa pubblica. Quelli che scrivono contro la borghesia sarebbero felici di possedere i beni, i privilegi e le comodità morali e materiali dei borghesi. Coloro che scrivono contro le donne vorrebbero essere amati da un maggior numero di donne e con più ardente e fedele fuoco. Coloro che scrivono contro le imbecillità, le pazzie, i vizi e i delitti degli uomini non si ricordano abbastanza di appartenere anche essi al genere umano e di avere in se, sia pure in germe o in nuce, la bestialità, la demenza, l'egoismo e la ferocia che sono tra i nostri connotati più comuni.
   Dobbiamo concludere che ogni scrittura polemica è un crittogramma che è necessario decifrare volta per volta e che bisogna saper leggere non soltanto tra le righe ma anche tra parola e parola.


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